Come sempre, parlare
di produzioni contemporanee che portano il nome di Go Nagai non è cosa facile. Per chi conosce la storia delle sue
opere (manga e anime), sappiamo che moltissime sono rimaste incomplete e, se così
non fosse, le vicende che ne hanno permesso la conclusione sono non poco
travagliate. Abbiamo ad esempio scritto in passato un articolo su Mazinsaga: un manga meritatamente
definibile "capolavoro" al quale purtroppo non è mai stata apposta la
parola fine, con tanto di promesse da parte del maestro di riprenderlo nel
corso degli anni e mai mantenute. Per chi ama quella follia e quella violenza,
quegli amori permeati dall'odio o quella scienza rozza ma eloquente, l'appuntamento
con le delusioni non manca mai: troppe volte le aspettative sono state deluse,
e questo riguarda lo schermo quanto la carta. Ricordate
l'articolo sul tanto atteso terzo OAV
di Devilman (デビルマン)? Bè,
andatevelo a leggere e saprete di cosa parliamo. La lunghissima serie dei
"tratti da" poi... E' quella il motivo della rabbia di un fan, poiché
da parte degli autori e dello staff c'è sempre un'esagerata tendenza al
restyling che predilige l'efficienza dell'elemento "cool" piuttosto
che di uno stesso più introspettivo e funzionale ai fini di una trama
complessa. Vogliamo spendere due paroline sul primo Mazinkaiser (マジンカイザー)?
Questa serie di OAV portati alla luce nel 2001 vedono un reboot della serie
classica del manga di Mazinger Z (マジンガーZ). Vengono
ignorati alcuni elementi cronologici ed ecco che il primo episodio si apre con
una bellissima battaglia, seppur improbabile, tra le schiere del dottor Hell e i due Mazinger.
Il design e le animazioni sono qualcosa di eccezionale e ripropongono, pur se
in chiave leggermente "ripulita", il tipico tratto di Go Nagai,
rispettando anche le prime fattezze del Mazinger Z, che come sappiamo vennero sacrificate nella serie tv degli anni '70 per dar spazio alla versione di Gosaku Ota. L'uso di queste risorse è stato però vanificato dalla presenza del protagonista di questa opera: il Mazinkaiser. Un super robot nuovo e incredibilmente più potente dei Mazinger storici. Il distacco stilistico però si nota troppo, ed il tratto sempre semplicistico delle divinità d'acciaio di Go Nagai viene rimpiazzato da un virtuosismo tecnico certamente cool, ma fine a se stesso e nulla più. La storia infatti si muove traendo forte ispirazione dai capitoli del manga di Mazinger Z, con qualche novità ma niente che possa sorprendere più di troppo, oltre alla continua adulazione per questo robot che stavolta supera addirittura i poteri di un dio. Ed ecco che il dispiacere di un fan è comprensibile. Perché rinnovare continuamente, come fosse una malattia, quando i fan vogliono da sempre i classici? Perché sprecare il talento del compianto Komatsubara e dar vita a "CB Chara Go Nagai World" (CBキャラ永井豪ワールド) quando gli OAV di Devilman sono rimasti incompleti? Sono tutte opere bellissime le altre e non c'è dubbio, ma ci sono delle priorità. "Il pazzo mondo di Go Nagai" è una trilogia che un appassionato non può far altro che amare, ma credo che tutti avrebbero preferito vedere l'apocalisse di Devilman e tutto il sangue che ne sarebbe sgorgato. Non è detto però che da queste intuizioni non possa uscire nulla buono! Se si estrae solo il cuore di un personaggio/robot senza riposare sugli allori dei classici e generando invece un ambiente totalmente nuovo in cui poterlo “installare”, gli esiti saranno freschi e interessanti.
Anno 2010: Mazinkaiser SKL (マジンカイザーSKL).rispettando anche le prime fattezze del Mazinger Z, che come sappiamo vennero sacrificate nella serie tv degli anni '70 per dar spazio alla versione di Gosaku Ota. L'uso di queste risorse è stato però vanificato dalla presenza del protagonista di questa opera: il Mazinkaiser. Un super robot nuovo e incredibilmente più potente dei Mazinger storici. Il distacco stilistico però si nota troppo, ed il tratto sempre semplicistico delle divinità d'acciaio di Go Nagai viene rimpiazzato da un virtuosismo tecnico certamente cool, ma fine a se stesso e nulla più. La storia infatti si muove traendo forte ispirazione dai capitoli del manga di Mazinger Z, con qualche novità ma niente che possa sorprendere più di troppo, oltre alla continua adulazione per questo robot che stavolta supera addirittura i poteri di un dio. Ed ecco che il dispiacere di un fan è comprensibile. Perché rinnovare continuamente, come fosse una malattia, quando i fan vogliono da sempre i classici? Perché sprecare il talento del compianto Komatsubara e dar vita a "CB Chara Go Nagai World" (CBキャラ永井豪ワールド) quando gli OAV di Devilman sono rimasti incompleti? Sono tutte opere bellissime le altre e non c'è dubbio, ma ci sono delle priorità. "Il pazzo mondo di Go Nagai" è una trilogia che un appassionato non può far altro che amare, ma credo che tutti avrebbero preferito vedere l'apocalisse di Devilman e tutto il sangue che ne sarebbe sgorgato. Non è detto però che da queste intuizioni non possa uscire nulla buono! Se si estrae solo il cuore di un personaggio/robot senza riposare sugli allori dei classici e generando invece un ambiente totalmente nuovo in cui poterlo “installare”, gli esiti saranno freschi e interessanti.
Già dall'equipe, nomi
del calibro di Tadashi Hayakawa non
possono essere ignorati, infatti per quanto riguarda la scheda tecnica (che
segneremo in appendice) non ci sono obiezioni. Per il resto invece c'è
parecchio da dire!
La storia è semplice e
si articola in soli tre OAV da
venticinque minuti circa.
Tre eserciti armati di
robot giganti disputano una battaglia continua nell'Isola delle Macchine, obbiettivo del conflitto. Le tre fazioni sono
di Kiba, dell'Hachiryokaku e di Garan.
Il primo è un barbaro selvaggio, il secondo una società di sacerdotesse ed il
terzo un ambizioso conquistatore.
Quest’isola è
totalmente isolata (perdonate il giuoco di parole) dal resto del pianeta grazie
ad un campo gravitazionale. Quest’ultimo ha però raggiunto un alto livello di
instabilità che lascia soltanto 66 ore di vita prima del collasso che
condannerà la terra e quindi la razza umana all’estinzione. Il compito di
salvare la terra verrà affidato nelle mani della Skull Force, inviata dal WSO
(il governo mondiale). La Skull Force
ha in sé una sezione chiamata Death
Caprice, formata da soli due individui: Ken Kaido e Ryo Magami,
i due piloti del Mazinkaiser. Prima
di arrivare alle caratteristiche di questo gagliardo robot, facciamo un passo indietro. Un po’ come nella serie “Mazinger Edition Z – The Impact!”,
siamo testimoni di una lunga catena di riferimenti e citazioni che vanno a
formare un affresco nagaiano gradevole ed originale. Prendiamo le tre fazioni.
Le fattezze di Kiba sono prese dal
personaggio degli anni ’70 di Go Nagai
Zuba dal manga Zuba-Ban (ズバ蛮), mentre il suo esercito è formato dagli immancabili GRK-7 e DMB-2. Chi sono? La versione aggiornata degli onnipresenti nemici
di Mazinger Z: Garada K-7 e Doublas M-2
(stavolta prodotti su vasta scala)!
Per quanto riguarda lo Hachiryokaku
invece, assistiamo al topos già visto in God
Mazinger ( ゴッドマジンガー) prima ed in Violence Jack (バイオレンスジャック)
poi, ovvero la società di affascinanti sacerdotesse guidate dalla splendida Aira (o Aila). Non si può ignorare poi
l’originalità con la quale sono state battezzate le altre sacerdotesse: qui lo
spunto deriva dai nomi delle trasformazioni dell’eroina Cutie Honey (Flash, Hurricane, Fancy e Misty). La
differenza però è che queste sacerdotesse non sono le solite donzelle indifese
che spesso e volentieri vegono stuprate e uccise, no: pilotano robot dalla
fisionomia femminile e padroneggiano poteri cinetici. Questi poteri ci
collegano ad un altro personaggio: Himiko.
Himiko è la sorella di Aira ed è tale e quale ad una delle Slum Queen presenti in Violence Jack, in più è donna e braccio
destro di Garan. Capo dell’ultima
fazione, Garan è un personaggio
ambizioso, autoritario e per di più corazzato che lascia trapelare senza
vergogna un mix tra Slum King (Violence Jack) e il dottor Hell (Mazinger Z).
Le creature meccaniche da lui comandate sono curiose ed inedite: un po’ come i Mikenes del Great Mazinger (グレートマジンガー) sono soldati
con tanto di gerarchie, ma stavolta la loro estetica coglie le forme di
cavalieri medievali con tutto l’equipaggiamento che ne consegue (spade, lance
ecc.).
E’ la quantità di questi robot a differire principalmente dal concetto tradizionale: abituati a vedere scontri in città tra il buono e il
cattivo, si resterà parecchio disorientati da questa nuova prospettiva che
unisce migliaia di robot in lande
desolate a combattere come nella guerra di Troia. La figura che sa
sapientemente distogliere l’attenzione da questo variegato panorama, con
l’egoismo di cui solo un dio può esser degno è il Mazinkaiser. Premettiamo che dallo stesso anno esce ed è ancora in
corso una serie di manga su Mazinkaiser SKL (Mazinkaiser SKL Versus), ma non avendola ancora letta prendiamo in
considerazione solo gli OAV.
Partendo da questo presupposto, siamo totalmente ignari per ciò che riguarda la
genesi di questo portentoso super robot.
Niente che possa far pensare alla famiglia Kabuto
viene menzionato né tantomeno la sempre decantata superlega Z.
Esteticamente questo robottone si presenta in una versione
macabra e ancor più bizzarra del vecchio Mazinkaiser,
vista la presenza di teschi e spuntoni, tant’è vero che “SKL” presente nel titolo è un richiamo alla parola “skull”. Il pilder infatti non è un aliante rosso,
ma un vero teschio alato che non si esibisce nel classico agganciamento da
serie tv, bensì scagliandosi con violenza nella testa del robot e causando scintille. Le armi non sono quelle che siamo abituati
a vedere da più di trent’anni ormai o meglio, sono presenti le classiche (rocket punch, rust hurricane o breast fire) ma viene data
un’importanza maggiore alle abilità dei piloti. Non lo sapevate? L’elemento
innovatore è che questo è il primo Mazinger
ad essere pilotato da due persone. Il robot
è vittima di una dicotomia interessante: le cause sono i piloti Ken Kaido e Ryo Magami. I due però non “guidano” insieme, ma alternandosi. Ken Kaido, simile per aspetto a Koji Kabuto e a primo impatto più impulsivo,
gestisce il Kaiser nei combattimenti
ravvicinati. Ken è un maestro
nell’utilizzo di armi bianche, e si scontra prevalentemente con l’enorme spada
dentata del robot (Ganzato). Ryo Magami, che invece
gioca il ruolo del bel tenebroso, ricorda vagamente Duke Fleed, e prende le
redini di Mazinkaiser quando il
combattimento richiede l’utilizzo di armi da fuoco. Rivoluzione rispetto ai
mazin-predecessori sta nelle placche del petto, che non solo servono a
scagliare un potente breast fire:
stavolta sono le impugnature di due pistole (Breast Triggers) con tanto di caricatori.
Veloce e plastico, è il sunto dei
tipici robot di Go Nagai che
sembrano più uomini di gomma che robot.
Follie già viste in Getter Robot (ゲッターロボ) poi contribuiscono alla natura bislacca di questo “Dio/Demone” d’acciaio: perché un robot
dovrebbe indossare un soprabito ridotto a brandelli? Tradizione o innovazione
questo gigante funziona, e la sua presenza, coadiuvata dal carisma di Ken e Ryo, si erge a difesa di una serie povera a livello di contenuti.
La trama è ricca di avvenimenti senz’altro, ma è assente quella componente
introspettiva che ha saputo valorizzare al meglio “Getter Robot – The last Day”, anche se non si può invece omettere una
dimensione artistica molto eterogenea, che sa spostarsi magistralmente sui
diversi piani in cui l’opera prende vita.
Ultimo tassello di questo puzzle, la presenza del partner
femminile reincarnato nel personaggio di Tsubasa
Yuki, ultima sopravvissuta della
squadra della Skull Force Gren Falcon e poi pilota del
super robot Wingle, il connubio
perfetto tra Minerva X e Devilman Lady. Il female-bot non è
dotato dei soliti missili pettorali: il
seno stavolta funge da custodia per una piccola spada flessibile. Altra
peculiarità è il suo scrander con ali
da pipistrello che può sganciarsi e combinarsi al Mazinkaiser.
Per tirare le somme occorre essere critici ed onesti. Gran parte delle
note negative menzionate all’inizio di questo articolo questa serie se le merita
tutte. La storia è incredibilmente originale ma si potrebbe definire “senza
infamia e senza lode”; resta però il fatto che gli elementi assorbiti dalle
vecchie serie di Go Nagai, per non
contare il nome di Mazinkaiser che
marchia tutta la miniserie, destano istintivamente interesse e spingono un fan
a vedere almeno il primo episodio. Viene mantenuta abilmente la colonna
portante di questo genere che ritrae dei robot
con l’anima, espressione bellica e superumana dei protagonisti/piloti. Pochi
sono gli spazi concessi ad exursus: la trama infatti viene erogata con una
certa rapidità che non consente al tutto di essere “afferrato” immediatamente.
Ritmi veloci e battaglie frenetiche quindi, e solo pochi istanti vengono
prestati a sentimentalismi che avrebbero stonato in un contesto di guerra così
predominante. Un’ora e mezza divertente che sa giocare con i sentimenti dei
puristi, ma sa anche tener ben salde le cinture di un profano che vedrà un
robot immenso districarsi tra battaglie di ogni genere.
Un Mazinkaiser che, estetica
a parte, è sicuramente e paradossalmente più originale e divertente del primo.
Di noia non si può affatto parlare, questo è poco ma sicuro!
Scheda Tecnica:
Titolo:
Mazinkaiser SKL (マジンカイザーSKL)
Autore: Go Nagai
Soggetto: Tadashi
Hayakawa
Regia: Jun Kuwagoe
Character design:
Akeshi Itou
Mecha Design:
Hiroshi Ogawa, Toshiyuki Horii, Munetaka Abe
Studio: Bandai
Visual, Dynamic Planning, Actas
Prima uscita:
novembre 2010 (Giappone)/ Gennaio 2012 (Italia)
Numero episodi: 3
Durata episodi: 25’ circa
Cast
Ryo Magami: L.
Scattorin
Ken Kaido: M.
Merluzzo
Yuki: E. Spinelli
Kojindani: M.
Balzarotti
Kiba: D. Fumagalli
Scarlett: D.
Fanfani
Hurricane: J. De
Cesarei
Aira: R. Bertolas
Flash: L. Di Pisa
Himiko: L. De Luca
Fancy: F. Bielli
Misty: F. Tretto
FedereZ
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