LA GENESI DEL MALE: MAO DANTE!

Graffiando con la punta della sua matita coadiuvata da una luminosa tenebra di fantasia, Go Nagai crea con i suoi strumenti le porte di quell'inferno che tanto lo renderanno popolare. Siamo nel 1971 e il giovane mangaka regala al suo pubblico una nuova concezione del male. Lascia perdere la struttura odiosamente classica di un bene che si sovrappone ad un male assoluto e modella una trama piuttosto innovativa che purtroppo resterà incompleta. Due corposi tankobon ed il gioco è fatto: avremo tra le mani il padre del perfetto Devilman (デビルマン). Stiamo parlando di "Mao Dante" (魔王ダンテ). Con questa piccola storia Go Nagai inzia un viaggio, se vogliamo definirlo così, che lo porterà a spargere una violenza incommensurabile nelle sue tavole per tutti gli anni 70' e gran parte degli anni 80'.
Il racconto ruota intorno al personaggio di Ryo Utsugi: un giovane universitario che, tormentato da incubi spaventosi che lo ritraggono con le sembianze di un demone, cade in una sorta di depressione. La sua, una famiglia normalissima, è composta da sua madre, la sorella più giovane Saori ed il padre Kosuke Utsugi. Oltre ad
essere un importante medico, il padre di Ryo è all'insaputa di tutti il capo della "setta di dio": organizzazione nata per combattere i satanisti. In quanto membro principale della setta, Kosuke ha la capacità di comunicare con Dio e di eseguire i suoi ordini. Opposti a questa setta ci sono i satanisti. Ora, il ruolo dei satanisti è fondamentale. Chi sono costoro? Personaggi orribili, vestiti sempre di nero e che commettono dei sacrifici umani. Visti dall'esterno sembrano dei pazzi furiosi, ma hanno uno scopo ben preciso: vogliono riportare in vita Dante, il campione dei demoni, l'essere più potente di questa stirpe che abitava la terra prima degli esseri umani. Semplice e rapida, la storia di Dante inizia così. Ryo Utsugi è il nucleo centrale che collega tutti questi elementi. Come mai? Perchè quel Dante che la setta dei satanisti vogliono riportare in vita è proprio lui. Un demone alto come un grattacielo con ali da pipistrello, corna, una lunga coda e il volto di Ryo Utsugi piazzato al centro della fronte. Il giovane protagonista è la reincarnazione di Dante e ad avrà
la possibilità di trasformarsi in questo essere formidabile per combattere. I pochi combattimenti che si vedranno mostrano l'indirizzo tipico che Go Nagai sceglierà anche per le sue future saghe robotiche: esseri enormi che si affrontano devastando la metropoli affollata. La morfologia dei demoni che Go Nagai adotta per quest'opera ricorda molto i kaiju (come Godzilla, Gamera o Rodan ecc.). Il viso di Ryo piazzato in testa di Dante inoltre può intendersi anche come prototipo del tipico robottone nagaiano: col suo aliante slittante che si inseriva nella testa di Mazinger Z infatti, Koji Kabuto ha tutte le carte in regola per essere definito così. Un degno successore, ecco.
Una delle caratteristiche fondamentali delle sue opere di gioventù è questa incoscienza, questa determinazione che non ammette limiti, e non solo per quanto riguarda la violenza, ma proprio per questa fantasia dotata di un'originalità devastante. La potenza di questa sua originalità risiede nell'allontanarsi da questa realtà ed inventare, inventare ed inventare nuove creature e situazioni ma soprattutto sfere riguardanti il comportamento umano così estreme da generare condizioni del tutto nuove. Mao Dante è la prima opera che spezza davvero con quelle del suo passato (Herenchi Gakuen, Gakuen Taikutsu Otoko ecc.): è qui che conosciamo il termine "demone" nell'accezione profondamente nagaiana che ha influenzato radicalmente tutta la produzione del Sol Levante da quegli anni ad oggi. Il male non è più male. Si definisce "male" in Go Nagai solo chi si trova in una situazione di credito o di disagio e vuole riscattarsi. Ristabilire quelle condizioni che il malvagio di turno vuole nuovamente stabilire (anche perché molte volte gli sono state private ingiustamente) implica una sanguinosa lotta che comporterà, nello stampo più classico, un ingente numero di vittime tra le quali saranno presenti anche innocenti. In Mao Dante è proprio così. Tutto inizia con una scoperta, con la "spiegazione", immancabile nei racconti del maestro. Una spiegazione incompleta che conferisce al lettore una sicurezza che lo inganna: una sicurezza che lo illude di aver assimilato la conoscenza necessaria ad afferrare il nocciolo della questione. Ma non è così. E allora vediamo ma non capiamo, leggiamo ed abbiamo il nostro modo di vedere le cose. Dio è il bene che guida i giusti mentre i demoni sono creature orribili assetate di sangue. Tutto qui? No. Ryo Utsugi, trovandosi nel bel mezzo delle due fazioni, ci farà aprire gli occhi. Inizialmente carico d' odio nei confronti dei demoni, quando scoprirà di esserne uno dei maggiori esponenti e riacquisendo quella memoria perduta porterà con sè anche il lettore nella sua fazione. Ricordiamoci che, mentre l'esercito della "setta di Dio" è composto da uomini fedeli, i satanisti sono veri e propri demoni che si celano nel mondo degli uomini attraverso sembianze umane. Proprio come la spiegazione fornitaci in "Devilman", questi hanno deciso di ibernarsi per poter preparare lo scontro finale con Dio. Go Nagai ha la sua cultura e trasforma, anzi piega, ogni opera già esistente al suo
volere. Prende avvenimenti narrati all'interno della bibbia per dar vita a questa sua visione folle e geniale al tempo stesso. Prende il personaggio di Medusa della mitologia classica e gli attribuisce il ruolo di moglie di Dante. Prima che il campione dei demoni si reincarnasse in Ryo Utsugi, il mondo originario dei demoni non era nè il paradiso nè l'inferno. Sarà proprio Medusa che spiegherà a Ryo (attraverso un viaggio mistico spazio-temporale) le origni del conflitto tra Dio e i demoni. Sarà Medusa a spiegare il "come" e il "dove". La vita degli abitanti di Sodoma milioni di anni prima era felice e tranquilla. Questi vivevano in una terra lontana da qualsiasi tipo di conflitto e la loro tecnologia era sorprendente. Il loro aspetto era umano in tutto e per tutto e la loro forma di stato era una monarchia che vedeva come re il grande Satana, uomo buono e giusto. Dante era un importante scienziato che aveva dato vita a numerose invenzioni (armi, astronavi ecc.). La vita di questa civiltà venne però compromessa da un invasore galattico venuto dallo spazio: un ammasso informe di energia che chiede agli abitanti di Sodoma la totale assoggettazione. E' Dio. Il riufiuto di Dante e della sua gente causerà l'ira di questa creatura arrogante e ambiziosa che spargerà fiamme ed esseri abominevoli per sterminarli tutti. Scindendosi in questi esseri però Dio inconsapevolmente andrà a generare i suoi peggiori nemici, i Demoni. Dante cercherà di fuggire a bordo una navicella che ricorda il volto del demone mostruoso in cui si trasformerà in seguito. E' proprio mentre sta scappando che viene afferrato da un tirannosauro e da uno pterodattilo; qui una delle creature di Dio gli lancerà un raggio di energia che però non lo ucciderà. Dante infatti si fonderà con le due bestie e con l'astronave dando vita al mostro protagonista di questa storia. Nascerà qui la razza dei demoni e non solo. Verrà spiegato l'odio dei demoni verso il genere umano poichè questi altri non è che la scissione di Dio in miliardi di elementi. Era inevitabile parlare della genesi di questa storia poichè nella sua semplicità racchiude la brillante inventiva di Go Nagai che non si limita a creare barriere tra bene e male anzi, crea un male spietato perchè forte delle sue ragioni è deciso a riscattarsi dai soprusi subiti in passato. I demoni sono violenti e senza cuore in battaglia, ma questo non perchè ne traggano piacere, bensì per difendere oltre ogni limite il diritto alla vita che non può essergli negato soltanto perchè ora sono delle creature orribili. Nella cruenza della guerra quindi Go Nagai mostra una sensibilità intensa come il sangue che fa scorrere nelle sue tavole sgraziate. Il tratto, ancora semplicistico (un po' come l'indimenticabile Osamu Tezuka se vogliamo), non toglie nulla a queste pagine e sanno trascinare comunque il lettore in questo mondo anomalo.
Ma il tema è quello che vedremo anche in Violence Jack. Infatti, parafrasando le parole di Go Nagai stesso, il "buono" dovrà comportarsi alla stregua di una bestia feroce e con una violenza tale da intimorire persino i "malvagi". E' questa la formula del suo universo. Non si è mai parlato e mai si parlerà di democrazia con questo autore, proprio perchè il sangue richiama solo il sangue e trascinerà sempre ed inevitabilmente una guerra che vedrà tutti coinvolti, nessuno escluso. Il manga termina con Ryo che, dopo aver riacquisito i suoi ricordi, deciderà che è tempo per radunare l'esercito dei demoni e combattere l'ultima battaglia con Dio.
Nonostante non sia mai stato portato a termine, molti fan adorano Mao Dante anche per questa caratteristica. Viene lasciato uno spiraglio aperto all'immaginazione, ma chi sia a vincere non è realmente importante. Il messaggio anche se incompleto resta evidente e chiaro.
Nel 2002 Go Nagai darà a vita a "Shin Mao Dante", giunto a noi nel 2008 grazie alla D/Visual con il titolo "Mao Dante - Nuova Serie". Il plot, anche se con qualche differenza, resta lo stesso. Le differenze principali sono che questo manga inizia con la genesi dei demoni su narrata (e non si vede attraverso il viaggio spazio-temporale di Dante con Medusa) e in più si assiste allo scontro finale con Dio e l'esito che da questi scaturirà. Purtroppo è il solito reboot di Go Nagai, che vede una storia spalmata su pagine con uno stile che non sa più essere graffiante come un tempo. I disegni più freschi non sono sufficienti a rendere come il Mao Dante classico, e nonostante qualche brillante intuizione (quelle al maestro non mancano mai) come ad esempio il nuovo look dei protagonisti oppure del grande demone Dante stesso, la storia viene trattata in maniera precipitosa. Non è la sintesi che sa raccogliere di tutto e di più con tavole sporche ma decise; è al contrario uno stile di disegno più pulito e limpido ma posto al servizio di una trama rivisitata in modo approssimativo. L'enfasi di tutti i discorsi fatti viene neutralizzata da battaglie sbrigative. Il finale inoltre lo lascio a voi. Il pessimismo/realismo nagaiano sono contraddetti in quest'opera che vede il maestro più concentrato sull'elaborazione di nuovi mostri e tecnologie piuttosto che sul succo della vicenda.
Mao Dante però, quello vero, è stato l'assist per tutta la carriera di Go Nagai, perchè da qui si è arrivati a Devilman, poi a Mazinger Z e tutto il ciclo che ne ha conseguito. Se Go Nagai ha avuto il tempo di scrivere e disegnare tutte le sue opere, noi pian piano riusciremo senz'altro a recensirle tutte!
La saga classica, almeno per un appassionato, è un tassello che non può mancare. E' una rappresentazione semplice ed efficace; un affresco senza tempo che riassume il pensiero e l'origine del male secondo Go Nagai.

FedereZ



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