Per ricordarlo il fumettista Box Brown (autore di Love is a Peculiar Type of Thing, Everything dies, The Survivalist e proprietario della casa editrice Retrofit) ha recentemente realizzato un fumetto intitolato "Andrè The Giant: La vita e la Leggenda", un unico volume da 240 pagine in bianco e nero edito in Italia dalla Panini 9L.
Introdotto da una simpatica "intervista disegnata" a un anziano Terry Bollea, l'iconico Hulk Hogan, l'opera ci espone la vita del gigante francese sia nella disciplina che l'ha consacrato, sia nei suoi aspetti più personali e riservati di un comune essere umano buono e gentile. Gli eventi fautori della sua fama ci vengono narrati attraverso la minuziosa documentazione,impreziosita da una bibliografia finale, che testimonia la passione messa dall'autore stesso nella rielaborazione di interviste e vari aneddoti.
Calatosi nel ruolo di un "biografo sequenziale" (da arte sequenziale, nome tecnico che indica appunto il fumetto), l'autore tenta di far trasparire quegli aspetti e quei sentimenti tipici della vita dell'atleta: quel disagio, quell'ansia e la fatica che Andrè fu costretto a sopportare anche solo per poter vivere, ma che, nonostante tutto, non lo frenarono nel conseguimento delle sue aspirazioni.
Armatosi di uno stile decisamente infantile nel tratto, senza alcuna particolare attenzione alle anatomie o alle proporzioni (stiamo parlando di Andre THE GIANT!), Box Brown raggiunge il suo obiettivo di far trapelare con più efficacia i sentimenti. Sentimenti che, aiutati anche dai dialoghi lineari e molto sintetici, traspaiono nonostante facce fin troppo stilizzate ed essenziali, pose innaturali e omini "ritagliati e appiccicati" su di uno sfondo che ricorda quasi il cubismo di Picasso. Sono innumerevoli i particolari che un appassionato del "bel disegno" possa trovare infantili e a dir poco osceni (non è un lavoro che si distingue per la sua qualità visiva) ma è inoppugnabile come in queste poche linee impreziosite dall'uso dei reitini, caratteristico del fumetto americano, possiamo osservare il modo giocoso con cui Andrè affrontava la sua "sfida", come spesso si rifugiasse nell'alcool per dimenticare la morte imminente, la sua grinta.
Concludo così la recensione insistendo sul porre la vostra attenzione su questo lavoro e, così facendo, vi auguro una piacevole lettura, godendo della profonda semplicità delle linee semplici di questo fumettista d'oltreoceano.
Cordiali Saluti,
Gabriele "Gabe" Crepaldi
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